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Il Giorno di Yahvé

Il Giorno di Yahvé è il “grande Giorno della Sua Collera” dove Egli castigherà definitivamente i suoi nemici ed esalterà i suoi eletti. Questo grande giorno è stato profetizzato già nell’Antico Testamento, nel Vangelo e nell’Apocalisse di San Giovanni.

Il profeta Amos rivela:

“In verità, il Signore Yahvé non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti.” (Amos 3,7)

E l’Apocalisse profetizza la venuta del Gran Giorno:

Apocalisse 6,12-17: “… Perchè è venuto il Gran giorno della loro Ira, e chi vi può resistere?”

Riportiamo qui dei versetti chiave che concernano questo Grande Giorno. Leggere per intero i riferimenti nella Bibbia. Vedere anche il testo “L’Apocalisse secondo Maometto, paragrafo 4, “L’ora, il Giorno del Giudizio” che conferma perfettamente queste profezie bibliche.

Antico Testamento

Il Castigo

Gioele 2,1-12: “Yahvé fa udire il tuono dinanzi alla sua schiera, perché molto grande è il suo esercito, perché potente è l’esecutore della sua parola, perché grande è il giorno di Yahvé e molto terribile: chi potrà sostenerlo?”

Sofonia 1,14-18: “È vicino il gran giorno di Yahvé, è vicino e avanza a grandi passi. Una voce: Amaro è il giorno di Yahvé! Ora è un prode che lancia un grido di guerra!…”

Sofonia 2,1-3: “Radunatevi, raccoglietevi, o gente spudorata, prima di essere travolti come pula che scompare in un giorno; prima che piombi su di voi la collera furiosa di Yahvé, prima che piombi su di voi il giorno della collera furiosa di Yahvé. Cercate Yahvé voi tutti, umili della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell’ira di Yahvé.”

Amos 5,18-20: “Guai a coloro che attendono il giorno di Yahvé! Che sarà per voi il giorno di Yahvé? Sarà tenebre e non luce…”

Amos 8,9-10: “In quel giorno -oracolo del Signore Yahvé- farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno! Cambierò le vostre feste in lutto e tutti i vostri canti in lamento: farò vestire a ogni fianco il sacco, renderò calva ogni testa (effetti della bomba atomica): ne farò come un lutto per un figlio unico e la sua fine sarà come un giorno d’amarezza.” (vedere Apocalisse 18,22-24)

Geremia 4,23-31: “Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto, i cieli, e non v’era luce. Guardai i monti ed ecco tremavano e tutti i colli ondeggiavano. Guardai ed ecco non c’era nessuno e tutti gli uccelli dell’aria erano volati via. Guardai ed ecco la terra fertile era un deserto e tutte le sue città erano state distrutte da Yahvé e dalla sua ira ardente…”

Isaia 13 (in particolare i versetti da 6 a 13): “Urlate, perché è vicino il giorno di Yahvé; esso viene come una devastazione da parte dell’Onnipotente (Shaddai). Perciò tutte le braccia sono fiacche, ogni cuore d’uomo viene meno; sono costernati, spasimi e dolori li prendono, si contorcono come una partoriente; ognuno osserva sgomento il suo vicino; i loro volti sono volti di fiamma. Ecco, il giorno di Yahvé arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminare i peccatori. Poiché le stelle del cielo e la costellazione di Orione non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce. Io punirò il mondo per il male, gli empi per la loro iniquità; farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l’orgoglio dei tiranni. Renderò l’uomo più raro dell’oro e i mortali più rari dell’oro di Ofir. Allora farò tremare i cieli e la terra si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno di Yahvé Sabaot (Signore degli eserciti), nel giorno della sua ira ardente…”

Ezechiele 32,2-9: “Figlio dell’uomo, intona un lamento sul faraone re d’Egitto (l’Egitto pagano moderno è Israele; vedere Apocalisse 11,8) dicendo: ‘Leone fra le nazioni eri considerato; ma eri come un coccodrillo nelle acque, erompevi nei tuoi fiumi e agitavi le acque con le tue zampe, intorbidandone i corsi’. Dice il Signore Yahvé: ‘Tenderò contro di te la mia rete con una grande assemblea di popoli e ti tireranno su con la mia rete. Ti getterò sulla terraferma e ti abbandonerò al suolo. Farò posare su di te tutti gli uccelli del cielo e sazierò di te tutte le bestie della terra. Spargerò per i monti la tua carne e riempirò le valli della tua carogna. Farò bere alla terra il tuo scolo, il tuo sangue, fino ai monti, e i burroni saranno pieni di te. Quando ti estinguerò, coprirò il cielo e oscurerò le sue stelle, velerò il sole di nubi e la luna non brillerà. Oscurerò tutti gli astri del cielo su di te e stenderò sulla tua terra le tenebre. Parola del Signore Yahvé. Sgomenterò il cuore di molti popoli, quando farò giungere la notizia della tua rovina alle genti, in regioni a te sconosciute’…”

Abacuc 3,1-19: Yahvé, ho ascoltato il tuo annunzio, Yahvé, ho avuto timore della tua opera. Nel corso degli anni manifestala, falla conoscere nel corso degli anni. Nello sdegno ricordati di avere clemenza. Eloah viene da Teman, il Santo dal monte Paràn. La sua maestà ricopre i cieli, delle sue lodi è piena la terra. Il suo splendore è come la luce, bagliori di folgore escono dalle sue mani (le grazie che provengono dalle Piaghe di Gesù): là si cela la sua potenza (di Redenzione). Davanti a lui avanza la peste, la febbre ardente segue i suoi passi. Si arresta e scuote la terra, guarda e fa tremare le nazioni; le montagne eterne s’infrangono, e i colli antichi si abbassano: i suoi sentieri nei secoli… Sdegnato attraversi la terra, adirato calpesti le nazioni. Sei uscito per salvare il tuo popolo, per salvare il tuo unto (Gesù e i suoi). Hai demolito la cima della casa dell’empio, l’hai scalzata fino alle fondamenta…”

Gioele 4,9-15: Proclamate questo fra le nazioni: chiamate alla guerra santa, incitate i prodi, vengano, salgano tutti i guerrieri. Con le vostre zappe fatevi spade e lance con le vostre falci; anche il più debole dica: io sono un guerriero! Svelte, venite, o nazioni tutte, dai dintorni e radunatevi là! Yahvé, fa’ scendere i tuoi prodi! Si affrettino e salgano le nazioni alla valle di Giòsafat, poiché lì siederò per giudicare tutte le nazioni all’intorno. Date mano alla falce (la falce è le libro dell’Apocalisse aperto, Apocalisse 14,14-20), perché la messe è matura; venite, pigiate, perché il torchio è pieno e i tini traboccano… tanto grande è la loro malizia! Folle e folle nella Valle della Decisione, poiché il giorno di Yahvé è vicino nella Valle della Decisione. Il sole e la luna si oscurano e le stelle perdono lo splendore.”

Isaia 24,1-23: “Ecco che Yahvé spacca la terra, la squarcia e ne sconvolge la superficie e ne disperde gli abitanti. Avverrà lo stesso al popolo come al sacerdote, allo schiavo come al suo padrone, alla schiava come alla sua padrona, al compratore come al venditore, al creditore come al debitore, a chi riceve come a chi dà in prestito. Sarà tutta spaccata la terra, sarà tutta saccheggiata, perché Yahvé ha pronunziato questa parola. È in lutto, languisce la terra; è squallido, languisce il mondo, il cielo con la terra perisce. La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l’alleanza eterna (di Gesù). Per questo la maledizione divora la terra, i suoi abitanti ne scontano la pena; per questo sono bruciati gli abitanti della terra e sono rimasti solo pochi uomini… Quelli (gli eletti) alzeranno la voce, acclameranno alla maestà di Yahvé. Gridano dal mare: ‘Acclamate, pertanto, popoli! Voi in oriente, glorificate Yahvé, nelle isole del mare, il nome di Yahvé, Dio d’Israele. Dagli angoli estremi della terra abbiamo udito il canto: Gloria al Giusto (Gesù)!’…”

Isaia 34,1-16 (È una profezia contro Edom. L’antico Edom si trova a sud del Mar Morto, copre una parte del Neghev e della Giordania; questa profezia si riferisce dunque a Israele, che ha conquistato il Neghev, e a tutte le nazioni che lo sostengono): Avvicinatevi, popoli, per udire, e voi, nazioni, prestate ascolto; ascolti la terra e quanti vi abitano, il mondo e quanto produce! Poiché Yahvé è adirato contro tutte le nazioni ed è sdegnato contro tutti i loro eserciti; li ha votati allo sterminio, li ha destinati al massacro. I loro uccisi sono gettati via, si diffonde il fetore dei loro cadaveri; grondano i monti del loro sangue. Tutta la milizia celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutti i loro astri cadono come cade il pampino della vite, come le foglie avvizzite del fico. Poiché nel cielo si è inebriata la spada di Yahvé, ecco essa si abbatte su Edom, su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia… Poiché è il giorno della vendetta di Yahvé, l’anno della retribuzione per l’avversario di Sion (è dunque proprio Sion a essere giudicato). I torrenti di quel paese si cambieranno in pece, la sua polvere in zolfo, la sua terra diventerà pece ardente. Non si spegnerà né di giorno né di notte, sempre salirà il suo fumo; per tutte le generazioni resterà deserta, mai più alcuno vi passerà. Ne prenderanno possesso il pellicano e il riccio, il gufo e il corvo vi faranno dimora. Yahvé stenderà su di essa la corda della solitudine e la livella del vuoto. Non ci saranno più i suoi nobili, non si proclameranno più re (messia sionista), tutti i suoi capi saranno ridotti a nulla… Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l’uno in cerca dell’altro; nessuno si farà attendere. Cercate nel libro di Yahvé (l’Apocalisse) e leggete: nessuno di essi vi manca, poiché la bocca di Yahvé lo ha comandato e il suo spirito li raduna (è il suo Spirito che ci ha radunato tramite l’Angelo dell’Apocalisse).”

Il versetto 17 non è chiaro e sembra essere un’aggiunta.

Geremia 25,12-38: “Quando saranno compiuti i 70 anni (questi 70 anni partono dall’editto di Ciro nel 538 a.C., che permette il ritorno degli Ebrei di Babilonia in Palestina, fino alla fine dei Tempi d’Israele profetizzata da Daniele; vedere Corso Biblico, il Profeta Daniele ), io punirò il re di Babilonia (è “Babilonia la grande” dell’Apocalisse, Apocalisse 17,5 e Apocalisse 17,18, cioè Gerusalemme) e quel popolo -dice Yahvé- per i loro delitti, punirò il paese dei Caldei (simbolicamente Israele) e lo ridurrò a una desolazione perenne. Manderò dunque a effetto su questo paese tutte le parole che ho pronunziate a suo riguardo, quanto è scritto in questo libro (bisogna dunque leggere la profezia contro Babilonia, capitoli 50 e 51 di Geremia in questa luce; vedere più avanti), ciò che Geremia aveva predetto contro tutte le nazioni. Nazioni numerose e re potenti ridurranno in schiavitù anche costoro, e così li ripagherò secondo le loro azioni, secondo le opere delle loro mani. Così mi disse Yahvé, Dio di Israele: Prendi dalla mia mano questa coppa di vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti invio, perché ne bevano, ne restino inebriate ed escano di senno dinanzi alla spada che manderò in mezzo a loro. Presi dunque la coppa dalle mani del Signore e la diedi a bere a tutte le nazioni alle quali il Signore mi aveva inviato: a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi capi, per abbandonarli alla distruzione, alla desolazione, all’obbrobrio e alla maledizione, come avviene ancor oggi; anche al faraone re d’Egitto, ai suoi ministri, ai suoi nobili e a tutto il suo popolo… a tutti i re del settentrione, vicini e lontani, agli uni e agli altri e a tutti i regni che sono sulla terra (costoro sono oggi tutti i re del mondo che sostengono Israele).
…Tu riferirai loro: Dice Yahvé Sabaot, Dio di Israele: Bevete e inebriatevi, vomitate e cadete senza rialzarvi davanti alla spada che io mando in mezzo a voi. Se poi rifiuteranno di prendere dalla tua mano il calice da bere, tu dirai loro: Dice Yahvé Sabaot: Certamente berrete! Se io comincio a castigare proprio la città che porta il mio nome (Gerusalemme), pretendete voi di rimanere impuniti? No, impuniti non resterete, perché io chiamerò la spada su tutti gli abitanti della terra. Oracolo di Yahvé Sabaot. Tu preannunzierai tutte queste cose e dirai loro: Il Signore ruggisce dall’alto (il Clamore dell’Angelo, Apocalisse 10,3), dalla sua santa dimora fa udire il suo tuono; alza il suo ruggito contro la prateria, manda grida di giubilo come i pigiatori delle uve, contro tutti gli abitanti del paese (Apocalisse 14). Il rumore giunge fino all’estremità della terra, perché Yahvé viene a giudizio con le nazioni; egli istruisce il giudizio riguardo a ogni uomo, abbandona gli empi alla spada. Parola di Yahvé. Dice Yahvé Sabaot: Ecco, la sventura passa di nazione in nazione, un grande turbine si alza dall’estremità della terra. In quel giorno i colpiti da Yahvé si troveranno da un’estremità all’altra della terra; non saranno pianti né raccolti né sepolti, ma saranno come letame sul suolo. Urlate, pastori, gridate, rotolatevi nella polvere, capi del gregge! Perché sono compiuti i giorni per il vostro macello; stramazzerete come scelti montoni. Non ci sarà rifugio per i pastori né scampo per i capi del gregge. Sentite le grida dei pastori, gli urli delle guide del gregge, perché Yahvé distrugge il loro pascolo; sono devastati i prati tranquilli a causa dell’ardente ira di Yahvé. Il leone abbandona la sua tana, poiché il loro paese è una desolazione a causa della spada devastatrice e a causa della sua ira ardente.”

Isaia 63,1-6: “Chi è costui che viene da Edom, da Bozra (per comprendere perché da Bozra: Isaia 34,6) con le vesti tinte di rosso? Costui, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza? – Io, che parlo con Giustizia, sono grande nel soccorrere. – Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel tino? – Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno, li ho calpestati con ira. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti, poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore e l’anno del mio Riscatto è giunto (il giorno della vendetta sarà una Grande Redenzione per molti). Guardai: nessuno aiutava; osservai stupito: nessuno mi sosteneva. Allora mi prestò soccorso il mio braccio, mi sostenne la mia ira. Calpestai i popoli con sdegno, li stritolai con ira, feci scorrere per terra il loro sangue.”

Colui che “viene da Edom” è Gesù. Il suo mantello è tinto di porpora per il Sangue della Sua Passione e alla fine dei Tempi per il sangue dei martiri (Apocalisse 19,13). Grazie a questo Sangue redentore mischiato alle nostre preghiere, sarà finalmente il sangue dei suoi nemici a sprizzare sul Suo Mantello nel giorno della Sua Vendetta (Apocalisse 19,15 / Apocalisse 14,19-20).
“Del mio popolo nessuno era con me”, perchè tutti l’hanno abbandonato, sia gli Ebrei sensati che hanno creduto in lui come Messia annunciato, sia le persone delle chiese che l’hanno tutti tradito sostenendo l’Anticristo. “Allora mi prestò soccorso il mio braccio”. Il Suo braccio sono stati l’Angelo dell’Apocalisse che ha assunto la sua missione, solo contro tutti, e i “figli di Fatima” che si sono lanciati in questa santa Battaglia (vedere anche Isaia 59,15-20).

Geremia 50,29-32: (Le profezie contro Babilonia si applicano oggi a Israele. Vedere Apocalisse 18). Convocate contro Babilonia gli arcieri, quanti tendono l’arco. Accampatevi intorno a essa in modo che nessuno scampi. Ripagatela secondo le sue opere, fate a lei quanto ha fatto agli altri, perché è stata arrogante con Yahvé, con il Santo di Israele. Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno. Parola di Yahvé. Eccomi a te, o arrogante, -oracolo di Yahvé Sabaot- poiché è giunto il tuo giorno, il tempo del tuo castigo. Vacillerà l’arrogante e cadrà, nessuno la rialzerà. Io darò alle fiamme le sue città, esse divoreranno tutti i suoi dintorni…”

Geremia 51,2-57: (confrontare con Apocalisse 18) Profezie contro Babilonia: “…Io invierò in Babilonia spulatori che la spuleranno e devasteranno la sua regione, poiché le piomberanno addosso da tutte le parti nel Giorno della Tribolazione… Fuggite da Babilonia, ognuno ponga in salvo la sua vita; non vogliate perire per la sua iniquità, poiché questo è il tempo della vendetta di Yahvé; egli la ripaga per quanto ha meritato. Babilonia era una coppa d’oro in mano di Yahvé, con la quale egli inebriava tutta la terra; del suo vino hanno bevuto i popoli, perciò sono divenuti pazzi. All’improvviso Babilonia è caduta, è stata infranta; alzate lamenti su di essa; prendete balsamo per il suo dolore, forse potrà essere guarita. “Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita. Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese; poiché la sua punizione giunge fino al cielo e si alza fino alle nubi. Yahvé ha fatto trionfare la nostra giusta causa, venite, raccontiamo in Sion l’opera di Yahvé nostro Dio…”. Tu che abiti lungo acque abbondanti, ricca di tesori, è giunta la tua fine, il momento del taglio… Un martello sei stata per me, uno strumento di guerra; con te martellavo i popoli, con te annientavo i regni, con te martellavo cavallo e cavaliere, con te martellavo carro e cocchiere, con te martellavo uomo e donna, con te martellavo vecchio e ragazzo, con te martellavo giovane e fanciulla, con te martellavo pastore e gregge, con te martellavo l’aratore e il suo paio di buoi, con te martellavo governatori e prefetti. Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo di Yahvé. Eccomi a te, monte della distruzione, che distruggi tutta la terra. Io stenderò la mano contro di te, ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata (Apocalisse 8,8); da te non si prenderà più né pietra d’angolo, né pietra da fondamenta (Gesù è il solo e unico Messia, non ce ne sarà un altro…), perché diventerai un luogo desolato per sempre. Oracolo di Yahvé… Esulteranno su Babilonia cielo e terra e quanto contengono, perché da settentrione verranno i suoi devastatori. Parola di Yahvé… Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi, i suoi governatori, i suoi magistrati e i suoi guerrieri; essi dormiranno un sonno eterno e non potranno più svegliarsi dice il Re, il cui nome è Yahvé Sabaot…”

Isaia 47,7-11: (Questo testo si indirizza a Babilonia) “Tu pensavi: Sempre io sarò signora, sempre. Non ti sei mai curata di questi avvenimenti, non hai mai pensato quale sarebbe stata la fine. Ora ascolta questo, o voluttuosa che te ne stavi sicura, che pensavi: “Io e nessuno fuori di me! Non resterò vedova, non conoscerò la perdita dei figli”. Ma ti accadranno queste due cose, d’improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine dei tuoi prodigi, la forza dei tuoi molti scongiuri. Confidavi nella tua malizia, dicevi: “Nessuno mi vede”. La tua saggezza e il tuo sapere ti hanno sviato. Eppure dicevi in cuor tuo: “Io e nessuno fuori di me”. Ti verrà addosso una sciagura che non saprai scongiurare; ti cadrà sopra una calamità che non potrai evitare. Su di te piomberà improvvisa una catastrofe che non prevederai.”

Ezechiele 38,18-23: “…Ma, quando Gog (l’attuale Israele, vedere Apocalisse 20,7) giungerà nel paese d’Israele (La Palestina) -parola del Signore Yahvé- divamperà la mia collera. Nella mia gelosia e nel mio furore ardente io vi dichiaro: In quel giorno ci sarà un gran terremoto nel paese di Israele: davanti a me tremeranno i pesci del mare, gli uccelli del cielo, gli animali selvatici, tutti i rettili che strisciano sul terreno e ogni uomo che è sulla terra: i monti franeranno, le rocce cadranno e ogni muro rovinerà al suolo. Contro di lui, per tutti i monti d’Israele, chiamerò la spada. Parola del Signore Yahvé. La spada di ognuno di essi sarà contro il proprio fratello. Farò giustizia di lui con la peste e con il sangue: farò piovere su di lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui, torrenti di pioggia e grandine, fuoco e zolfo. Io mostrerò la mia potenza e la mia santità e mi rivelerò davanti a nazioni numerose e sapranno che io sono Yahvé.”

Ezechiele 39,1-20: “A te, figlio dell’uomo, dice il Signore Yahvè: Annunzia agli uccelli d’ogni specie e a tutte le bestie selvatiche: Radunatevi, venite; raccoglietevi da ogni parte sul sacrificio che offro a voi, sacrificio grande, sui monti d’Israele. Mangerete carne e berrete sangue; mangerete carne d’eroi, berrete sangue di prìncipi del paese: montoni, agnelli, capri e tori grassi di Basàn, tutti. Mangerete grasso a sazietà e berrete fino all’ebbrezza il sangue del sacrificio che preparo per voi. Alla mia tavola vi sazierete di cavalli e cavalieri, di eroi e di guerrieri d’ogni razza. Parola del Signore Yahvé.” (confrontare con Apocalisse 19,17-18).

Leggere Isaia 14,3-24 (si applica a Babilonia. Dunque Israele di oggi; il versetto 2 è un’aggiunta sionista).

Conclusioni

Tutte queste profezie eccezionalmente forti concernenti il Giorno di Jahvé, il Giorno della Vendetta di Dio, ci fanno scoprire tutto lo Splendore del Piano divino rivelato nei minimi dettagli nell’Antico Testamento, con le stesse parole rivelate secoli più tardi nell’Apocalisse. Solo la Genialità del nostro Padre poteva fare questo con tanta finezza attraverso gli anni.

Con questa luce comprendiamo meglio questa frase dell’Apocalisse:
“Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti” (Apocalisse 10,7).

La buona notizia è quella della caduta della Bestia. Con essa, il “mistero di Dio” sarà consumato, cioè tutte le profezie dell’Antico Testamento si compiranno e diverranno chiare.

Questo sarà il momento in cui “visione e profezia” saranno suggellati, secondo la parola rivelata al profeta Daniele che va nello stesso senso:
“Settanta settimane sono fissate (simboliche; tutta la storia della salvezza sino alla fine dei tempi) per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà (sionista)… suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi…” (Daniele 9,24).

“Ungere il Santo dei santi” è proclamare la parola del trionfo:
“Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli…” (Apocalisse 11,15).

Tutte le profezie citate qui sopra saranno “suggellate” con la caduta prossima della Bestia e il Trionfo del nostro Padre e del suo Cristo, Gesù, riconosciuto come solo Re.

“Amen, vieni Signore Gesù…” (Apocalisse 22,21).

La Consolazione

Dopo tutti questi versetti biblici sul castigo di Dio nel Giorno di Yahvé, è bene concentrarsi un poco sulla Consolazione promessa agli eletti dopo questi giorni bui. Il Giorno di Yahvé sarà il Giorno della Consolazione di tutti coloro che saranno rimasti fedeli al Piano di Dio rivelato nell’Apocalisse di Giovanni.

In quei Giorni, nostro Padre diffonderà lo Spirito Santo a profusione sui suoi fedeli:

Gioele 3,1-5: “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno di Yahvé, grande e terribile. Chiunque invocherà il nome di Yahvé sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto Yahvé, anche per i superstiti che Yahvé avrà chiamati.” (è il “piccolo resto”).

“La luna in sangue” rappresenta le guerre attuali nel mondo mussulmano. In Apocalisse 12,1 Maria ha la luna sotto i suoi piedi. I figli di Fatima portano nostra Madre. La loro testimonianza fino al martirio contro l’Anticristo equivale a un battesimo di sangue.

“Tutti coloro che invocheranno il nome di Yahvé saranno salvati…”. Invocare il nome di Yahvé equivale oggi a ciò che Gesù aveva detto agli Ebrei: “Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Matteo 23,39). Invocare il nome di Yahvé è dunque riconoscere che Gesù è il Messia che “viene nel nome del Signore”. Nei nostri giorni bisogna riconoscere anche il Ritorno di Gesù attraverso il suo Angelo tramite il “libro aperto” dell’Apocalisse (Apocalisse 10,3; vedere “La Chiave dell’Apocalisse”). Questo Angelo denuncia l’Anticristo e inaugura i tempi nuovi.

Gesù ritorna con il suo Spirito. E questo Spirito ci è stato trasmesso da questo Angelo attraverso tutti i suoi insegnamenti biblico-coranici.

Gioele 4,16-18: “Yahvé ruggisce da Sion (il Clamore dell’Angelo dell’Apocalisse, Apocalisse 10,3) e da Gerusalemme (Celeste) fa sentire la sua voce; tremano i cieli e la terra. Ma Yahvé è un rifugio al suo popolo, una fortezza per gli Israeliti (del vero “Israele”). Voi saprete che io sono Yahvé vostro Dio che abito in Sion, mio monte santo e luogo santo sarà Gerusalemme (Celeste); per essa non passeranno più gli stranieri. In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo (Simbolo della Restaurazione) e latte (purezza) scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda scorreranno le acque (abbondanza dello Spirito). Una fonte zampillerà dalla casa di Yahvé e irrigherà la valle di Sittìm.”

In quei tempi Dio sarà una fortezza per il suo popolo, le “montagne stilleranno vino nuovo”. È la Consolazione del Pane di Vita in famiglia. Per accedervi bisogna salire molto alto in spirito e accettare la parola profetica del Libro Aperto dell’Apocalisse per essere sulla “montagna” della Restaurazione universale.

Isaia 29,17-18: “Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno”.
In quel Giorno un libro ci porterà la luce. È il libro dell’Apocalisse aperto da Gesù in Libano.

Lode eterna a nostro Padre per tutti i suoi Benefici.

Isaia 25,1-9: “Yahvé, tu sei il mio Dio; voglio esaltarti e lodare il tuo nome, perché hai eseguito progetti meravigliosi, concepiti da lungo tempo, fedeli e veri. Poiché hai ridotto la città (Gerusalemme) a un mucchio di sassi, la cittadella fortificata a una rovina, la fortezza dei superbi non è più città, non si ricostruirà mai più. Per questo ti glorifica un popolo forte, la città di nazioni possenti ti venera. Perché tu sei sostegno al misero, sostegno al povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo; poiché lo sbuffare dei tiranni è come pioggia d’inverno, come arsura in terra arida il clamore dei superbi. Tu mitighi l’arsura con l’ombra d’una nube, l’inno dei tiranni si spegne. Preparerà Yahvé Sabaot per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo di lutto che copriva la faccia di tutti i popoli (è il velo della menzogna sionista) e la coltre che copriva tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre (Apocalisse 21,4 / 20,13); il Signore Yahvé asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché Yahvé ha parlato. E si dirà in quel giorno: Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è Yahvé in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza…”

Nostro Padre preparerà per noi un Banchetto su “questa montagna”. Questo Banchetto è il Banchetto della Conoscenza tramite i libri aperti (Apocalisse 20,12), il Banchetto del Pane di Vita (Apocalisse 3,20 / 19,9) e infine il Banchetto per “mangiare le carni” dei nemici di Dio (Apocalisse 19,17-18), cioè pregare per la loro sconfitta e gioire del Trionfo di Dio (confrontare con Matteo 22).

Tutta questa conoscenza e questa partecipazione attiva al Piano di Dio sono per noi una Resurrezione che sarà generalizzata dopo la caduta della Bestia.

Isaia 60,1-22: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria di Yahvé brilla sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende Yahvé, la sua gloria appare su di te. Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché le ricchezze (spirituali) del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli… La gloria del Libano (la gloria dell’Angelo dell’Apocalisse e dei “figli di Fatima”) verrà a te, cipressi, olmi e abeti insieme, per abbellire il luogo del mio santuario, per glorificare il luogo dove poggio i miei piedi. Verranno a te in atteggiamento umile i figli dei tuoi oppressori; ti si getteranno proni alle piante dei piedi quanti ti disprezzavano. Ti chiameranno “Città di Yahvé” (la Gerusalemme Celeste), “Sion del Santo di Israele” (Sion è una delle colline di Gerusalemme, Sion spirituale è la Gerusalemme spirituale, vedere Apocalisse 14,1). Dopo essere stata derelitta, odiata, senza che alcuno passasse da te, io farò di te l’orgoglio dei secoli, la gioia di tutte le generazioni… Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore. Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto. Il tuo popolo sarà tutto di giusti, per sempre avranno in possesso la terra (il regno spirituale interiore), germogli delle piantagioni di Yahvé, lavoro delle sue mani per mostrare la sua gloria. Il piccolo diventerà un migliaio (lavoro spirituale fruttuoso, molte anime illuminate), il minimo un immenso popolo; io sono Yahvé: a suo tempo, farò ciò speditamente.” (confrontare con Apocalisse 21 e 22).

Alcune frasi di Isaia 60 che hanno un’intonazione sionista non sono state menzionate qui sopra. Per esempio: “Tu succhierai il latte dei popoli, succhierai le ricchezze dei re” (Isaia 60,16). Il profeta ha scritto attraverso il prisma della sua mentalità sionista. Bisogna riconoscerlo.

Infine il Messia stesso si esprime per bocca del profeta Isaia su questa grande liberazione che sarà seguita da una Restaurazione universale con i nuovi “sacerdoti di Yahvé”.

Isaia 61,1-11: “Lo spirito del Signore Yahvé è su di me perché Yahvé mi ha consacrato con l’unzione (è dunque una profezia sul Messia che parla); mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia di Yahvé, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti (per allietare gli afflitti di Sion; è un’aggiunta), per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione di Yahvé per manifestare la sua gloria. Ricostruiranno le vecchie rovine (la Restaurazione), rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni. Ci saranno stranieri a pascere i vostri greggi (apertura a tutti i popoli) e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. Voi sarete chiamati sacerdoti di Yahvé, ministri del nostro Dio sarete detti. Vi godrete i beni (spirituali) delle nazioni, trarrete vanto dalle loro ricchezze. Perché il loro obbrobrio fu di doppia misura, vergogna e insulto furono la loro porzione; per questo possiederanno il doppio nel loro paese, avranno una letizia perenne. Poiché io sono Yahvé che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un’alleanza perenne. Sarà famosa tra i popoli la loro stirpe, i loro discendenti tra le nazioni. Coloro che li vedranno ne avranno stima, perché essi sono la stirpe che Yahvé ha benedetto. Io gioisco pienamente in Yahvé, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. Poiché come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i semi, così il Signore Yahvé farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutti i popoli.”

Isaia 66,10-16: “Rallegratevi con Gerusalemme (Celeste), esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all’abbondanza del suo seno. Poiché così dice Yahvé: Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. La mano di Yahvé si farà manifesta ai suoi servi, ma si sdegnerà contro i suoi nemici. Poiché, ecco, Yahvé viene con il fuoco, i suoi carri sono come un turbine, per riversare con ardore l’ira, la sua minaccia con fiamme di fuoco. Con il fuoco infatti Yahvé farà giustizia su tutta la terra e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti da Yahvé.”

Infine nostro Padre incoraggia tutti coloro che sono affaticati sotto il fardello della Battaglia finale, nella quale noi attualmente ci troviamo, tramite queste parole che ci sono indirizzate:

Isaia 35,3-10: “Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi… Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce (non ci saranno più le due Bestie…) la percorrerà, vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati da Yahvé e verranno in Sion (Gerusalemme Celeste) con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.”

Dio sarà esaltato

Il Giorno di Yahvè rivelerà davanti a tutti i popoli la Grandezza di Dio. In quel giorno Dio solo sarà esaltato:

Isaia 2,10-21: “Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di fronte al Terrore che desta Yahvé, allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra. L’uomo abbasserà gli occhi orgogliosi, l’alterigia umana si piegherà; sarà esaltato Yahvé, lui solo in quel giorno. Poiché ci sarà un giorno di Yahvé Sabaot contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo…”

Isaia 28,5-6: “In quel giorno sarà Yahvé Sabaot una corona di gloria, uno splendido diadema per il resto del suo popolo, ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale, forza per chi respinge l’assalto alla porta.”

L’assalto alla porta è attualmente intenso e molteplice tanto su un piano fisico (tutte le guerre ingiuste in Medio Oriente) quanto spirituale. Noi vinceremo perché nostro Padre è la nostra “forza”.

Isaia 40,1-5 e 9-11: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità, perché ha ricevuto dalla mano di Yahvé doppio castigo per tutti i suoi peccati. Una voce grida: ‘Nel deserto preparate la via a Yahvé, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria di Yahvé e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca del Signore ha parlato…’. Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion (è l’Angelo dell’Apocalisse che sale allo Zenit: Apocalisse 8,13 / 14,6); alza la voce con forza, (una voce possente Apocalisse 14,7) tu che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: ‘Ecco il vostro Dio!’ Ecco, il Signore Yahvé viene con potenza (il Ritorno di Gesù), con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei lo precedono. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri.”

Egli ci conduce dolcemente alle Sorgenti delle acque della Vita tramite Gesù, il Buon Pastore (Giovanni 10) e il suo inviato apocalittico.

Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento, Gesù ha profetizzato la venuta del Giorno di Yahvé come fosse un Giorno di grande Tribolazione. Così sarà “il Giorno in cui il Figlio dell’uomo si rivelerà” (Luca 17,30). Egli ci ha parlato dei Segni della Sua Venuta alla fine dei Tempi.

Gesù ha anche indicato l’attitudine da avere in questi tempi:
Si tratta “di vegliare”, di “non cercare di salvare la propria vita, ma di perderla per salvarla”, di non lasciarsi appesantire da “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”, di “pregare in ogni momento, per avere la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Infine per partecipare al suo grande Banchetto di Trionfo bisogna “rivestirsi con l’abito nuziale”.

Parlando del suo Ritorno Gesù disse:

Matteo 24,26-31: “Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la Venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi (interiori) del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba (il libro dell’Apocalisse “aperto”) e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.”

Questi Angeli inviati in missione dovranno vegliare e aiutare altri a svegliarsi:

Matteo 24,42: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.”

In quel Giorno tutto ciò che è stato profetizzato si compirà:

Luca 21,20-22: “Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città (Gerusalemme) se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.”

Tutto ciò che è stato scritto nelle profezie dell’Antico Testamento dovrà avverarsi.

Un segno molto forte dell’avvicinarsi di questo Giorno è che Gerusalemme sia “circondata da eserciti”. È dal 1967 che tutta Gerusalemme è stata circondata. La sua devastazione è dunque vicina (Apocalisse 20,7-9).

Sarà un giornpo di grande tribolazione come mai è stato:

Marco 13,19-20: “Perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà (vedere Daniele 12,1). Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni.”

A causa di noi, gli eletti, il Signore abbrevierà dunque quei giorni. Se no saremmo stati inghiottiti tanto spiritualmente quanto fisicamente.

Gesù avvertì gli Ebrei chiusi a suo riguardo dicendo loro:

Luca 13,35: “Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

Dunque fino al Giorno in cui essi riconosceranno il suo Messianismo e il suo Ritorno.

Infine, Gesù ci parla della rapidità del suo Ritorno e del suo Giorno. Egli viene come il lampo e molti resteranno sorpresi:

Luca 17,24-37: Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno… Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle (nessuna preoccupazione materiale); così chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l’uno verrà preso e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà presa e l’altra lasciata. Allora i discepoli gli chiesero: ‘Dove, Signore?’. Ed egli disse loro: ‘Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi’.”

Siamo noi questi avvoltoi che sono pronti a mangiare il Corpo del Cristo per attingere la forza per “mangiare la carne” dei suoi nemici (vedere Apocalisse 19,17-18).
Infine, Gesù ci mette in guardia contro la pesantezza del quotidiano e ci chiede di restare svegli per il suo Ritorno:

Luca 21,34-36: “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire con sicurezza davanti al Figlio dell’uomo.”

Coloro che compariranno con sicurezza davanti al Figlio dell’uomo sono quelli che avranno rivestito l’abito nuziale:

Matteo 22,1-14: “Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: ‘Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze’… Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.”

L’abito nuziale è l’amore autentico, la conoscenza approfondita delle Sante Scritture, la Giustizia, la fermezza e il perdono dal profondo del cuore davanti a un fratello che si pente.

Infine anche Pietro e Paolo parlano del Ritorno di Gesù e ci raccomandano tra l’altro di essere “irreprensibili”, di essere “figli della luce” e di “rivestire la corazza della fede e dell’amore”:

1 Corinti 1,7-9: “Che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la Manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel Giorno del Signore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”

1 Tessalonicesi 5,2-8: “Infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il Giorno del Signore. E quando si dirà: Pace e sicurezza, allora d’improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobrii. Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si ubriacano, sono ubriachi di notte. Noi invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobrii, rivestiti con la corazza della fede e dell’amore e avendo come elmo la speranza della salvezza.”

2 Tessalonicesi 1,3-10: “…È proprio della giustizia di Dio rendere afflizione a quelli che vi affliggono e a voi, che ora siete afflitti, sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza (la potenza dello Spirito Santo) in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al Vangelo del Signore nostro Gesù. Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà per esser glorificato nei suoi santi ed esser riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà, in quel giorno.”

Ebrei 10,23-25: “Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso. Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il Giorno si avvicina.”

2 Pietro 3,7-13: “Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del Giudizio e della rovina degli empi. Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il Giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c’è in essa sarà distrutta. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e tramite le preghiere, attendendo e affrettando la venuta del Giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.”

Davanti alla Grandezza del Piano di nostro Papà annunciato nei minimi dettagli dalle profezie dell’Antico Testamento, da Gesù e poi dagli Apostoli, questo Piano si svolge oggi sotto i nostri occhi con la nostra partecipazione, noi non possiamo che unirci al meraviglioso Canto di Lode dell’Apocalisse:

All’apertura del Libro dell’Apocalisse:

Apocalisse 5,12-14: “L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione. Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: ‘A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli’. E i quattro esseri viventi dicevano: ‘Amen’. E i vegliardi si prostrarono in adorazione.”

Alla 7a tromba, nel momento della caduta:

Apocalisse 11,15-17: “Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli. Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo: ‘Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo regno’.”

Dopo la caduta della Bestia:

Apocalisse 19,1-4: “…Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; perché veri e giusti sono i suoi giudizi, egli ha giudicato la grande meretrice (perché già denunciata nell’Antico Testamento) che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei il sangue dei suoi servi! E per la seconda volta dissero: ‘Alleluia! Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!’ Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo: ‘Amen, alleluia’.”

BR (16.12.2012 / Rivisto 09.01.2013)

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