I seguenti versetti dell’Antico Testamento, del Nuovo Testamento e del Corano testimoniano l’importanza vitale del Pane di Vita, della coppa benedetta e della Tavola celeste nel Piano di Salvezza di Dio.
Una ricerca a questo proposito, specialmente nell’Antico Testamento e nel Corano, ha permesso di aggiornare un numero impressionante di testi chiave che ne parlano e ne sottolineano l’importanza.
Nell’Antico Testamento
Melchisedek
Genesi 14,17-20: Proprio all’inizio della Rivelazione di Dio ad Abramo appare un personaggio misterioso. Abramo, dopo avere condotto una guerra di liberazione per suo nipote Lot, incontra Melchisedek, che è “sacerdote del Dio Altissimo” e che porta “pane e vino” come offerta. Melchisedek benedice Abramo per “il Dio Altissimo che creò cielo e terra”. Egli è “Re di Salem” (Gerusalemme). Egli prefigura il Messia Re e Prete che offre il sacrificio del Pane e del Vino. In effetti, Abramo ha avuto un’apparizione del Messia. Dio ha voluto sottolineare così fin dall’inizio al primo credente, Abramo, quale fosse l’offerta a Lui gradita.
Il Salmo 110 lo conferma dicendo al Messia: “Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchisédek” (vedere le spiegazioni in Ebrei capitoli da 5 a 7).
La benedizione di Giacobbe da parte di Isacco
Genesi 27,28 / Genesi 27,37: Benedicendo suo figlio Giacobbe, Isacco gli dice: “…Dio ti conceda rugiada del cielo e terre grasse e abbondanza di frumento e di mosto…!”.
La benedizione di Dio (la rugiada) è riversata attraverso il frumento (il pane) e il mosto, (vino nuovo). È con la venuta del Messia che questa Benedizione è stata riversata veramente su “l’Israele di Dio” (Galati 6,16) tramite il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù presente con noi ogni giorno nel Pane e nel Vino consacrati. Noi viviamo oggi nella pienezza la Benedizione promessa a Giacobbe. Questa benedizione è aperta a tutti. È per questo che Isacco non poteva dare una seconda benedizione.
La benedizione di Giuda da parte di Giacobbe
Genesi 49,11: Il Re e Capo che deve venire dalla stirpe di Giuda “lega alla vite il suo asinello, e a scelta vite il figlio della sua asina (Zaccaria 9,9 / Luca 19,32-37) lava nel vino la veste e nel sangue dell’uva il manto…”.
Il “vino” è un’allusione diretta alla Passione di Gesù, il “sangue dell’uva” indica il Vino consacrato. È lì che laviamo quotidianamente i nostri vestiti per rivestirci dell’abito di nozze (Apocalisse 19,7-8). Come è bello e impressionante vedere con quale acutezza nostro Padre esprima le Verità Eterne in un testo tanto antico.
Il testo continua la descrizione del Messia dicendo: “…lucidi ha gli occhi per il vino”, perché egli è inebriato d’amore Eterno e “bianchi i denti per il latte”, simbolo della sua Innocenza.
La Manna
Esodo 16,4: Nel deserto “Il Signore disse a Mosè: Ecco io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccogliere ogni giorno la razione di un giorno…”.
E “I figli d’Israele mangiarono la manna per quaranta anni, fino a quando giunsero alla terra abitata” (Esodo 16,35).
La manna nel deserto per nutrire gli Israeliti non era che il simbolo del Vero Pane di Vita che scende dal Cielo “giorno per giorno” e che dà la vita al mondo (Giovanni 6,51-54). Gesù disse:
“Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.” (Giovanni 6,48-50)
E anche:
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.” (Giovanni 6,54-55)
Questo ultimo testo testimonia chiaramente il fatto che Gesù sia veramente presente nel Pane e nel Vino consacrati. Non è solo un simbolo.
Nel periodo apocalittico che viviamo siamo nel deserto con la Donna (Apocalisse 12,6) e ci nutriamo quotidianamente in famiglia del Pane di Vita per potere resistere all’aridità del mondo e raggiungere la Vera Terra Promessa Interiore. La “Manna nascosta”, Dio stesso che si dà in nutrimento nell’intimità delle case, è la ricompensa ultima del vincitore sulla Bestia e i suoi (Apocalisse 2,17).
Sapienza 16,20-21: “… sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.”
Sì, instancabilmente, quotidianamente nostro Padre ci nutre del Pane di Vita. La comunione al Corpo e al Sangue di Gesù ci colma di delizie spirituali e ci introduce direttamente nel Cuore di nostro Padre.
“Ciascuna di queste comunioni è una propulsione verso il Padre e verso l’incontro nel Cuore della Santa Madre di Dio, la Santa Madre di Dio.” (Gesù a Pierre, 22.12.1989)
La manna, “il pane dei Forti” o “il pane degli Angeli” (Salmi 78,23-25) aveva il “sapore di una focaccia di miele” (Esodo 16,31). Secondo Sapienza 16,21 questo simboleggia la dolcezza di Dio:
“Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i tuoi figli, esso si adattava al gusto di chi la inghiottiva e si trasformava in ciò che ognuno desiderava”.
È per questo che il Pane che prendiamo è un biscotto dolce (Desiderio di nostro Padre manifestato a Pierre, nel 2007) per ricordarci la Comunione alla Dolcezza di Dio.
“Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.” (Salmi 34,9).
“Quanto sono dolci al mio palato le tue parole: più del miele per la mia bocca.” (Salmi 119,103)
La manna non era che un simbolo preparatorio (vedere anche Salmi 78,24 / Salmi 105,40). Ma “la realtà è il Corpo del Cristo” (Colossesi 2,17).
La Coppa e il Vino aromatico
Cantico dei Cantici 7,3: Nel Cantico dei Cantici lo Sposo (il Cristo) dice alla sua Sposa (Maria o secondo il caso, i veri credenti): “Il tuo ombelico è una coppa rotonda, dove il vino non manca mai. Il tuo ventre, un mucchio di grano, circondato da gigli….”
Questo versetto si applica a Maria, nostra Madre. Il Pane e il Vino divini sono usciti dal suo ventre benedetto: “Tu sei benedetta tra tutte le donne, e benedetto il frutto del tuo seno”, esclamò Elisabetta in un grande grido, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo (Luca 1,42). È Maria nostra Madre a essere la sorgente del nostro nutrimento Celeste. Noi siamo questi gigli che la circondano…
Nostro Padre attira la nostra attenzione in modo molto sottile nel Cantico dei Cantici su queste Verità eterne immutabili.
Cantico dei Cantici 8,1-2: La Sposa dice al suo Sposo (il Cristo): “Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre; mi insegneresti l’arte dell’amore! Ti farei bere un vino aromatico, del succo del mio melograno.”
È solo nella casa di Maria nostra Madre che Gesù c’insegna e c’introduce nella sua intimità. Lì, ci fa bere il “vino aromatico” del suo Sangue, “la Coppa della nuova Alleanza nel mio sangue che viene versato per voi” (Luca 22,20).
Il Pane e il Frumento
Isaia 55,1-3: Nostro Padre ci ha detto attraverso il profeta Isaia: “O voi tutti assetati venite all’acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate del grano e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane… Su, ascoltatemi e mangerete cose buone, e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete.”
Già il profeta Isaia attirava la nostra attenzione sul Pane e il Vino offerti gratuitamente (Apocalisse 22,17), un cibo succulento che dona la Vita all’anima assetata. E per certificare che questa Promessa è legata alla venuta del Messia, dice appena dopo: “Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide”.
Questo invito ad assaporare il Banchetto gratuito di Dio è lanciato a tutti i popoli, poiché il testo continua così: “Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano” (Isaia 55,4-5).
Oggi è il Vincitore della Bestia qualunque sia la sua nazione o la sua razza a essere invitato alla Ricompensa ultima, alla Cena Intima di Gesù (Apocalisse 3,20 / Apocalisse 2,17).
Diversi altri testi rievocano il Pane di Vita e il Frumento di Vita:
- Ci sazia e ci fa giubilare di gioia: Salmi 132,15-18: “I suoi giusti li benedirò, sazierò di pane i suoi poveri. Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, esulteranno di gioia i suoi fedeli” (vedere anche Salmi 81,17 / Salmi 147,14 / Salmi 104,14-16).
- Ci colma di benedizioni, di gioia e di canti (Salmi 65,10-14).
- Abbondanza di frumento: Con la venuta del Messia ci sarà “Abbondanza di frumento nel paese, ondeggerà sulle cime dei monti (spirituali); il suo frutto (missione apocalittica) fiorirà come il Libano, la sua messe come l’erba della terra… In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo diranno beato (salvezza universale)” (Salmi 72,16-17).
- La Chiamata di Dio è la chiamata del grano e del mosto (vino nuovo): “La terra risponderà con il grano, il vino nuovo…” (Osea 2,10 ed Osea 2,23-25).
La Restaurazione tramite l’abbondanza di Pane e di Vino
Molti testi dell’Antico Testamento collegano la Restaurazione all’abbondanza del Pane e del Vino. Ora, la Restaurazione Universale e il Ritorno di Gesù si operano oggi proprio tramite la Cena di Gesù presa in famiglia. Questa Restaurazione deve estendersi al mondo intero. Allora, le profezie dell’Antico Testamento si compiranno:
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Gioele 4,18: “In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte (la purezza, l’innocenza) scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda scorreranno le acque (il Fiume di Vita, Apocalisse 22,1). Una fonte zampillerà dalla casa del Signore…”
Sono “le montagne che stilleranno vino nuovo”. Bisogna “salire” attraverso la porta aperta nel Cielo (Apocalisse 4,1) cioè aprirsi allo spirito profetico per degustare questo Vino benedetto.
- Coltivare il frumento: La nostra missione e quella di tutti gli eletti alla fine dei tempi è coltivare il frumento.
Osea dice: “Esso (il popolo pentito) avrà la fragranza del Libano. Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, coltiveranno le vigne, famose come il vino del Libano… Chi è saggio comprenda queste parole!” (Osea 14,7-10)
Sono il Pane e il Vino di Vita presi nell’intimità delle case che prosperano grazie al Messaggio Apocalittico proveniente dal Libano!
- La Restaurazione tramite il grano e il vino:
“…Berranno il loro sangue come vino, ne saranno pieni come bacini, come i corni dell’altare. Il Signore loro Dio in quel giorno salverà come un gregge il suo popolo… Ah! Come sarà felice! Come sarà bello! Il grano darà vigore ai giovani e il vino nuovo alle vergini.” (Zaccaria 9,15-17)
Nella Restaurazione annunciata sono il Grano e il Vino a far sbocciare i credenti…
La Tavola preparata da Dio
- Salmi 23,1-6: Nel Salmo del Buon Pastore nostro Padre indica la Santa Tavola:
“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce, egli rinfranca l’anima mia… Davanti a me tu prepari una tavola sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo (l’unzione dei re e dei preti: Apocalisse 1,6) il mio calice trabocca.”
È la Tavola della Cena di Gesù con il Calice del suo Sangue che ci rende forti davanti ai nostri nemici. Il nostro “calice trabocca”.
- Proverbi 9,1-6: Anche nei Proverbi Dio lancia una chiamata a tutti gli uomini semplici affinché essi si uniscano alla sua Tavola:
“La Sapienza… ha preparato il vino e ha imbandito la tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare…: Chi è semplice accorra qui! A chi è privo di senno essa dice: ‘Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate la stoltezza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza.’”
L’Antico Testamento parla dunque della Tavola preparata da Dio per i suoi fedeli.
Nel Nuovo Testamento Gesù ci spiega che cos’è questa Tavola: “Io sono il Pane Vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Giovanni 6,51).
Nel Corano, Maometto menziona ugualmente questa Tavola “che discende dal Cielo” ed insiste sul fatto che “essa sarà per noi una festa -per il primo come per l’ultimo dei nostri-” (Corano V; La Tavola imbandita,112-115).
Dio dunque nutre tutti i suoi veri credenti alla stessa Tavola del Corpo e del Sangue di Gesù. L’invito è lanciato agli Ebrei di buona fede, ai Cristiani liberati e ai Musulmani non fanatici. A tutti e a ognuno la Sapienza oggi dice:
“Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate la stoltezza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza…” (Proverbi 9,5-6)
E Gesù nell’Apocalisse dice: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3,20).
Il nostro luogo di Appuntamento è la Santa Tavola del Pane e del Vino di Vita.
Questa insistenza di nostro Padre sul Pane e il Vino, sorgente di Vita e di benedizioni, nei Libri dell’Antica Alleanza testimonia l’importanza vitale della Cena di Gesù nel piano universale di Salvezza. Questi testi sono stati ispirati per sensibilizzarci a questo grande miracolo della Presenza Reale di Dio tra noi, attraverso questa Manna Celeste sottolineandone l’importanza.
Nel Nuovo Testamento
L’istituzione dell’Eucarestia ha avuto luogo nell’ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli, giusto prima della Sua Passione. Matteo la riporta come segue:
“Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: ‘Prendete e mangiate; questo è il mio corpo’. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: ‘Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.’” (Matteo 26,26-28)
Il Pane di Vita ci lava dai nostri peccati.
Luca riporta inoltre una parola importante di Gesù: “…Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me” (Luca 22,19). Gesù, tramite le sue parole, ci offre l’immenso regalo di poter fare “questo in memoria di lui”. Egli lancia un invito a tutti i cuori puri affinché si nutrano di questa Santa Tavola rinnovata ogni giorno dalle parole della consacrazione.
Gli altri versetti chiave del Nuovo Testamento concernenti il Pane di Vita sono i seguenti:
- Tutta la Dimensione del Pane di Vita è spiegata da Gesù Stesso in questo meraviglioso testo di Giovanni: Giovanni 6,32-58. Gesù ci dice tra l’altro: “Chi mangia la mia carne e beve il mio Sangue dimora in Me e Io in lui e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
- È con ardore che Gesù ha desiderato mangiare questa Pasqua con i suoi discepoli (Luca 22,14-16). È con l’ardore del Suo Amore che Gesù vuole darsi quotidianamente a noi attraverso questa Cena divina.
- Gesù ha festeggiato la Pasqua e ha istituito la Cena Celeste con i suoi apostoli “al piano superiore” in una “grande sala con i cuscini” (Marco 14,12-16). Questi cuscini simboleggiano la distensione, l’intimità con Gesù, il fatto di essere a proprio agio. Gesù non ha scelto una rigidità cultuale (in piedi, seduti, in ginocchio…) per darsi ai suoi apostoli.
- I primi apostoli prendevano la Cena di Gesù “con gioia e semplicità di cuore” nell’intimità delle loro case (Atti 2,46).
- Paolo ci trasmette ciò che ha ricevuto dal Signore Stesso a proposito della Cena di Gesù (1 Corinzi 11,23-34). È in questo testo che Paolo dice: “Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore”. Questo testo ci mostra chiaramente che il Pane e il Vino consacrati non sono solo un simbolo come molti pensano, ma una profonda Realtà. Gesù è veramente presente nel suo Corpo, nella sua Anima, nel suo Spirito e nella sua Divinità nel Pane e nel Vino consacrati.
- Il Pane di Vita è preso “per la remissione dei peccati” (Matteo 26,26-28). Gesù ha detto: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati… non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Matteo 9,10-13). Il Pane di Vita ci lava dai nostri peccati ed è particolarmente quando siamo deboli che ne abbiamo più bisogno.
Nell’Apocalisse
L’Apocalisse ci annuncia la buona Novella Eterna che siamo tutti sacerdoti di Gesù, nella misura in cui noi lo accogliamo con fede e amore e ci impegniamo contro il suo Nemico Israele.
Tale è il Ritorno di Gesù.
Il Pane di Vita è a disposizione gratuita di tutti, senza dovere passare dalle mani di preti di una chiesa divenuta traditrice (Matteo 24,10). Quale immensa liberazione!
Ecco i versetti chiave:
- Noi siamo tutti re e sacerdoti: Apocalisse 1,5-6. Il disegno iniziale di Dio è ristabilito (Esodo 19,6).
- Gesù è alla porta del nostro cuore e vuole entrare a cenare con noi nell’intimità: Apocalisse 3,20. È così che Egli ritorna.
- Egli dà al vincitore della Bestia la “Manna nascosta”. Questa “Manna nascosta” è il Pane di Vita. (Apocalisse 2,17).
- Egli ci ha salvato al prezzo del suo sangue e ha fatto di noi tutti, quale che sia la nostra razza o la nostra nazione, re e sacerdoti (Apocalisse 5,9-10). È una chiamata per tutti i popoli.
- Tutti quelli che partecipano alla “prima Risurrezione” (la Risurrezione del nostro spirito tramite l’incontro di nostro Padre in noi e l’amore per Lui e i nostri fratelli) sono “Sacerdoti di Dio e del Cristo” (Apocalisse 20,6). Inoltre nel Regno di Dio “non c’è più uomo né donna” (Galati 3,28).
- Beati coloro che aprono a Gesù, “appena arriva e bussa” alla porta del cuore nel tempo del suo Ritorno (Luca 12,35-38).
Per maggiori spiegazioni vedere i testi sul sito “Pane di Vita e Sacerdozio Nuovo” e “Gesù ristabilisce il sacerdozio”. Questi testi indicano anche come il pane e il vino possano essere consacrati in famiglia in tutta semplicità.
Nel Corano
NB: Prima di leggere questo testo, si raccomanda di studiare e di approfondire i testi del sito: “Sguardo di Fede sul Corano” e “L’Anticristo nell’Islam”.
Il Corano, ispirato per confermare la Bibbia, si pone logicamente nella stessa prospettiva dei Libri dell’Antica Alleanza e del Vangelo. Sottolinea l’importanza de “La Tavola”, del “Vino delizioso” e delle “coppe che circolano con un liquore squisito”.
La Tavola che scende dal Cielo
Maometto ci riporta nel seguente modo come il Cristo abbia fatto scendere una Tavola dal Cielo, (Corano V; La Tavola imbandita,112-115): “Ricorda quando i Discepoli dissero: ‘O Gesù, figlio di Maria, può il Tuo Signore far scendere dal Cielo su di noi una Tavola imbandita?’; ‘Temete Dio’, rispose Gesù, ‘Se siete credenti’. ‘Noi vogliamo’, essi dissero, ‘mangiare di essa, affinché si rassicurino i nostri cuori e sappiamo che Tu ci hai detto la verità e siamo, di quella, testimoni (testimoni della Tavola)’. Gesù, figlio di Maria, disse allora: ‘O Dio, Signor nostro, fa’ scendere su di noi, dal Cielo una Tavola imbandita, la quale sia per noi come una festa, per il primo come per l’ultimo di noi, e un Segno da parte Tua; provvedici (nutrici) quindi del necessario, poiché Tu sei il migliore dei sostentatori’. Dio disse: ‘Io, in verità la farò scendere su di voi: però chi di voi, dopo di ciò, ancora non creda, Io, certo, lo punirò di un castigo, con cui non punirò mai alcuna altra delle mie creature’”.
Questa Tavola è la stessa di quella menzionata nel Salmo 23,1-6 (“Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici…”) e in Proverbi 9,1-6 (“La Sapienza… ha preparato il vino e ha imbandito la tavola… Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato!”). È la Tavola della Cena di Gesù riportata da Luca nel modo seguente:
“Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con Lui… Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: ‘Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me’. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: ‘Questo calice è la nuova Alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi.’” (Luca 22,14-20)
Per una spiegazione dettagliata di Corano V; La Tavola imbandita,112-115 riferirsi sul sito a “Sguardo di Fede sul Corano”, Capitolo III, Paragrafo 3.
Il vino sigillato
Dio dice nel Corano dopo avere parlato di questo “Giorno”, del “Giorno del Giudizio”
(Corano LXXXIII; I non riempienti la misura,10-11):
“Sì; però la sentenza dei giusti è, invero, in ‘illiyyûn; e che ti farà comprendere che cosa sia ‘illiyyûn? Esso è un libro cifrato (sigillato), di cui faranno testimonianza i vicini a Dio… Certo, i giusti saranno fra delizie; adagiati su letti elevati, staranno a guardare. Ravviserai sui loro volti lo splendore della gioia. Verrà dato loro a bere del vino squisito, suggellato, il cui suggello sarà di muschio; che aspirino ad esso gli aspiranti alla felicità. L’acqua, mescolata in esso sarà quella di Tasnîm, fonte (sorgente celeste) dalla quale berranno, senza mescolanza, i vicini a Dio. Quelli che fanno malvagità (coloro che rifiutano di berne), ridono di quelli che credono (in questo vino sigillato)…” (Corano LXXXIII; I non riempienti la misura,18-29)
Illiyyûn significa letteralmente “i posti alti” (www.iiu.edu.my/deed/glossary). È il libro “dove sono registrati i nomi degli eletti” (secondo le spiegazioni: Corano, D. Masson, Rivisto dal Dr. S. El-Saleh). Questo libro cifrato-sigillato è il libro dell’Apocalisse o il “libro della Vita” (Apocalisse 20,12 e 3,5) che è sigillato da 7 sigilli (Apocalisse 5,1) ed è stato “aperto” dall’Angelo che scende dal Cielo (Apocalisse 10; vedere il testo “La Chiave dell’Apocalisse”). Come il Corano sottolinea bene, solo “quelli che sono vicini a Dio ne sono testimoni”.
È nel momento dell’apertura di questo Libro (Apocalisse 10,1-3) che molti scopriranno la felicità attraverso un Vino raro. Questo vino sigillato di muschio, avente un profumo molto speciale (vedere Cantico dei Cantici 8,1) è il Sangue di Gesù che procura la Vita e la Felicità eterna all’anima (vedere spiegazioni sul sito “Sguardo di Fede sul Corano”, Capitolo III, Paragrafo 3).
Il vino delizioso, le coppe che circolano, le coppe riempite di un liquore delizioso
I seguenti versetti del Corano (Traduzione D. Masson, rivista dal Dr. Sobhi El-Saleh e Traduzione secondo Yabiladi.com) descrivono il Giardino promesso con “fiumi di vino delizioso, per coloro che lo bevono… delle coppe che circolano con un liquore limpido e di un sapore squisito… delle coppe riempite di un liquore squisito”.
Corano XLVII; Maometto,16-17: “La descrizione del paradiso, che è stato promesso ai timorati di Dio, è questa: in esso sono fiumi di acqua incorruttibile, fiumi di latte, il cui gusto non cambia, e fiumi di vino delizioso, per coloro che lo bevono. Inoltre, fiumi di miele depurato; essi avranno pure, in quello, di ogni specie di frutti, e il perdono da parte del loro Signore…” (paragonare con Cantico dei Cantici 5,1)
Questo Giardino promesso comincia già sulla terra, tramite la Comunione al Corpo e al Sangue di Gesù che ci procura lo Spirito Santo e ci introduce nella Vita e nella Felicità eterna fin da quaggiù. La descrizione del Giardino promesso corrisponde perfettamente all’era nuova del “Cielo nuovo e della terra nuova”, della Gerusalemme Celeste descritta nell’Apocalisse (Apocalisse 21,1-2). Vi si ritrova “il Fiume di Vita, limpido come il cristallo che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello, gli Alberi di Vita che fruttificano… e le loro foglie che servono a guarire i pagani” (Apocalisse 22,1-2).
In questo Giardino promesso, i credenti trovano come menzionato da Maometto “il perdono da parte del loro Signore”. Dunque, il Giardino promesso non è il Paradiso futuro come molti pensano, perché in questo Paradiso, il perdono sarà stato già accordato. Il Giardino promesso è uno stato che possiamo vivere fin da quaggiù. È degustando questi “fiumi di vino delizioso per coloro che lo bevono” che il perdono ci viene accordato secondo la parola di Gesù: “…Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Matteo 26,27-28). La comunione al Corpo e al Sangue di Gesù ci lava dei nostri peccati. È una comunione al Sacrificio di Gesù, poiché Egli dice:
“Questo calice è la nuova Alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi.” (Luca 22,20)
Questa Redenzione tramite la sofferenza del Messia era stata già sottolineata dal profeta Isaia:
“Egli è stato trafitto per i nostri delitti… per le sue piaghe noi siamo stati guariti.” (Isaia 53,5)
E nell’Apocalisse i quattro esseri viventi (gli Evangelisti) e i 24 vegliardi (il popolo di Dio liberato) cantano un cantico nuovo all’Agnello (Gesù):
“Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per nostro Dio re e sacerdoti e regneranno sopra la terra.” (Apocalisse 5,9-10)
“I fiumi la cui acqua è incorruttibile” sono lo Spirito Santo versato in abbondanza attraverso la Cena di Gesù. Gesù aveva detto: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo Egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui…” (Giovanni 7,37)
“Il fiume di miele depurato” nel Giardino promesso simboleggia l’abbondanza della Conoscenza tramite l’apertura del libro dell’Apocalisse e di tutti gli “altri libri” ispirati (Apocalisse 10,9 e 20,12). La Conoscenza del mistero dell’Apocalisse ha la “dolcezza del miele” (Apocalisse 10,9; vedere anche Cantico dei Cantici 4,11 che descrive l’Inviato apocalittico che viene dal Libano). Nel periodo apocalittico che viviamo tutte le Sante Scritture sono “aperte”, cioè comprese in profondità secondo lo Spirito di nostro Padre e secondo l’intenzione profonda dei profeti, di Gesù e di Maometto (vedere sul sito). È questo “il fiume di miele depurato” che Maometto ha visto.
Il Salmista dice: “… le Sue parole sono più dolci del miele e di un favo stillante” (Salmi 19,11).
Il “Fiume di Miele” rievoca anche la Dolcezza della Presenza di Dio attraverso la Manna Celeste (Sapienza 16,21).
“I fiumi di latte il cui gusto non cambia” nel Giardino promesso descritto da Maometto simboleggiano l’innocenza e la purezza. L’Apocalisse dice a proposito dei vincitori nella prova apocalittica: “Non fu trovata menzogna (sionista) sulla loro bocca; sono senza macchia” (Apocalisse 14,5).
Infine Dio dice per mezzo del profeta Isaia: “Ah! Se avessi prestato attenzione ai miei comandi! Il tuo benessere sarebbe come un fiume…” (Isaia 48,18).
Corano XXXVII; Gli Angeli schierantisi,41-48: “Saranno colmati di onori, nei Giardini di Delizie, sopra troni situati di fronte gli uni agli altri. Verrà fatto girare attorno a essi, un calice riempito a una fontana limpida, deliziosa per chi berrà, che non causerà dolor di testa, né quelli, da essa, saranno inebriati; presso loro saranno, inoltre fanciulle (spose) dagli sguardi modesti (casti), dai grandi occhi, e simili, per bellezza, a uova di struzzo protette dalla polvere (di carnagione di una bianchezza immacolata).”
Nella Restaurazione Universale che viviamo attualmente tramite la Cena di Gesù presa in famiglia nella semplicità, le coppe della Comunione circolano semplicemente tra noi. È il compimento della profezia di Gesù concernente il suo Ritorno:
“… li farà mettere a tavola e passerà a servirli.” (Luca 12,37)
Nelle chiese tradizionali, sono i fedeli che passano e il prete dà a ciascuno il pane divino. Nella Restaurazione universale è Gesù che passa dall’uno all’altro attraverso il pane e la Coppa.
Maometto ha visto e ha dato risalto a questo dettaglio sottile e importante che indica l’epoca attuale della Restaurazione.
Il Corano e la Bibbia sono d’accordo sull’importanza di questa Coppa celeste che circola in “Paradiso”. È la Coppa del Sangue di Gesù secondo le parole del Cristo: “Questo calice è la nuova Alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” (Luca 22,20). “E bevetene tutti” (Matteo 26,27). DI NUOVO Gesù ci dice oggi:
“Bevetene tutti…”
La chiamata è valida ieri e oggi. Maometto stesso lo sottolinea a proposito della Tavola celeste: “… sarà per noi una festa, per il primo e l’ultimo dei nostri,… (Corano V,114). E l’invito è confermato ancora, quando dice a proposito del vino sigillato di muschio:
“…che aspirino a esso gli aspiranti alla felicità.” (Corano LXXXIII,26)
In altri termini, bisogna oltrepassarsi, superarsi, “farsi violenza” rinunciando alla propria mentalità (Matteo 11,12) per partecipare a questo Banchetto divino e raccoglierne i frutti di Vita eterna.
Corano XLIII; Gli ornamenti d’oro,70-72: “…entrate nel Paradiso, voi e le vostre spose, con grande gioia! Verranno fatti girare, attorno a essi, vassoi d’oro e coppe senza manico. Ivi sarà ciò che desidereranno le loro anime e di cui si diletteranno gli occhi, “e voi in esso rimarrete eternamente”. Quello sarà il Paradiso che vi sarà dato in eredità, per ciò che avrete operato…”
Questo Paradiso corrisponde alla “Prima Resurrezione” (Apocalisse 20,6). L’Apocalisse dice anche: “Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più” (Apocalisse 3,12). E il Corano dice: “…in esso rimarrete eternamente…” grazie a questi “vassoi d’oro” e queste “coppe” che circolano e contengono “ciò che desidereranno le loro anime e di cui si diletteranno gli occhi”.
I testi del Corano e dell’Apocalisse si congiungono e si completano perfettamente.
Corano LVI; Dell’ora che deve sopravvenire,1-19: “Quando sopravverrà l’ora che deve sopravvenire, il cui sopravvenire nessuna anima può smentire, che abbasserà i cattivi ed esalterà i buoni, quando verrà scossa la terra violentemente, e verranno stritolati i monti, completamente, sì che diverranno tenue polvere dispersa, e voi sarete divisi in tre parti, allora, vi saranno i compagni della destra, oh (quanto felici saranno), i compagni della destra! E i compagni della sinistra; oh (quanto infelici saranno), i compagni della sinistra! E i più avanzati, nel fare il bene sulla terra saranno i più avanzati, anche in Paradiso. Questi saranno gli approssimati a Dio nei Giardini di delizie. Un gran numero di essi sarà delle antiche generazioni, e solo pochi saranno delle ultime. Riposeranno sopra troni, ornati di oro e di gemme, adagiati su di essi, gli uni rimpetto agli altri. Andranno attorno a essi, garzoni, che saranno conservati eternamente giovani, con coppe senza manico e con coppe con manico e con un calice ripieno di bevanda fresca e limpida, per la quale non soffriranno dolor di testa, ne verrà offuscata la loro mente.”
Questi versetti si riferiscono chiaramente alla fine dei tempi. “L’ora che deve sopravvenire” è l’Ora del Giudizio (secondo le spiegazioni del Corano, D. Masson, rivista da Sobhi El Saleh). Gli “approssimati” a Dio sono quelli che si nutrono del “calice ripieno di bevanda fresca e limpida”.
È proprio alla fine dei tempi che si apre a tutti i credenti indipendenti la dimensione spirituale della Restaurazione Universale tramite il Pane e la Coppa di Vita. Maometto non poteva essere più preciso. Certamente a condizione di riferirsi anche all’Apocalisse per cogliere la finezza del linguaggio di nostro Padre e raccogliere i frutti che sono “colti facilmente” (Corano LXXVI; L’Uomo,14). (Vedere testi “La Chiave dell’Apocalisse” e “La Restaurazione Universale”).
Corano LXXVI; L’Uomo,4-7: “Per i miscredenti Noi abbiamo preparato catene, gioghi e sa’ir (un Braciere). I giusti berranno, invece, da una coppa, la cui miscela sarà di acqua di Kafur (canfora), sorgente di cui berranno i servi di Dio, e che questi faranno defluire ove vorranno (a volontà); essi che assolvono i loro voti e temono il Giorno, la cui calamità si estenderà lontano (universale).”
Questo giorno di calamità universale è quello che viviamo attualmente. Le due Bestie dell’Apocalisse hanno sparso il male su tutta la terra. Si tratta dunque anche qui della fine dei tempi.
In questo giorno noi “assolviamo ai nostri voti”, perché siamo protetti e dissetati dalla Coppa del Sangue di Gesù, una sorgente inesauribile che facciamo “defluire ove vorremo”…
Corano LXXVI; L’Uomo,11-20: “Così Dio li ha preservati dall’infelicità di quel Giorno, ha versato su di loro splendore e gioia, e li ha premiati, per ciò che furono costanti, con un Giardino e abiti di seta; reclinati, ivi, sopra letti elevati, non soffriranno, colà, né calore di sole, né freddo intenso; alberi vicini li copriranno dalle loro ombre, e i loro frutti verranno dolcemente abbassati per venire colti facilmente; verranno, inoltre, portati intorno, per essi, vasi d’argento e vassoi, come ampolle di vetro, ampolle di vetro simili ad argento, che essi misureranno a loro piacere. Verrà loro, colà, dato a bere con coppe, la cui miscela sarà di zenzero, di una sorgente che ivi si trova, chiamata Salsabîl; andranno in giro, attorno a essi, garzoni eternamente giovani (angeli o santi), che se tu li vedessi, li giudicheresti perle sparse. Se tu vedessi ciò, tu vedresti delizie e un vasto regno.”
Spiegazione di Salsabîl (secondo “Il Santo Corano, traduzione Muhammad Hamidullah, 1973): il nome di una sorgente del Paradiso. Parola apparentemente composta da salas (corso facile) e sabîl (sentiero) cioè acqua fluente e piacevole.
Giovanni scrive nell’Apocalisse:
“Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a Lui gloria, perché son giunte le nozze dell’Agnello…” (Apocalisse 19,7)
“A Colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita…” (Apocalisse 21,6)
“(L’Angelo) Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello…” (Apocalisse 22,1)
“…né li colpirà il sole, né arsura di sorta.” (Apocalisse 7,16)
“Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono…” (Apocalisse 3,21)
“…da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di Vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.” (Apocalisse 22,2)
“Le hanno dato una veste di lino puro splendente…” (Apocalisse 19,8)
Il Corano e l’Apocalisse descrivono una sola e unica realtà. La ricompensa, la gioia e la felicità di coloro che avranno trionfato sulla Bestia e i suoi.
Corano LXXVIII; La Novella,31-35: “Per i timorati di Dio havvi, invece, un rifugio, giardini (frutteti) e vigne, fanciulle coetanee dei giusti, e coppe ripiene; i giusti non vi udranno né discorsi frivoli, né menzogne.”
Tali sono i versetti del Corano che confermano la Bibbia. Questi versetti sono tanto più belli e impressionanti, quanto si riferiscono alla fine dei Tempi che viviamo attualmente. È soltanto ora che questi versetti del Corano possono essere compresi pienamente e apprezzati.
Lode al nostro tenero Padre e Creatore!
Tutti questi versetti sono un grande incoraggiamento ai credenti indipendenti di “ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apocalisse 5,9) ad aprirsi alla Comunione Celeste al Corpo e al Sangue di Gesù, messi a disposizione di tutti tramite la Tavola imbandita che scende dal Cielo.
“Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno…” (Giovanni 6,51)
“Verranno fatti girare, attorno ad essi, vassoi d’oro e coppe… E voi in esso rimarrete eternamente… La quale (la Tavola) sia per noi come una festa, per il primo come per l’ultimo di noi” (Corano XLIII; Gli Ornamenti d’oro,71 / Corano V; La Tavola imbandita,114).
“Beati gli invitati al BANCHETTO delle Nozze dell’Agnello… Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio.” (Apocalisse 19,9 / Apocalisse 19,18)
BR (27.01.2010)